Causa
La rabbia è una malattia sostenuta da un virus della famiglia Rhabdoviridae, che colpisce tutti i mammiferi, incluso l’uomo. La trasmissione avviene a seguito di un contatto con la saliva di animali infetti (morsi, graffi e ferite) e, dopo un variabile periodo di incubazione, si rende evidente la sintomatologia che conduce sempre a morte.
Segni clinici
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Cambiamenti nel comportamento dell'animale (ansia, solitudine, nervosismo, timidezza, aggressività)
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Comportamento anomalo
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Febbre
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Problemi muscolari (mancanza di coordinazione, paralisi, convulsioni)
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Cambiamento di tono della voce
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Salivazione eccessiva e schiumosa
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Tendenza a mordere
Progressione della malattia se non trattata
Paralisi, alterazioni comportamentali, decesso del paziente.
Diagnosi
Esame del sangue completo, analisi delle urine, radiografie, test di immunofluorescenza.
Trattamento
Ricovero e isolamento del paziente fondamentale, solo persone competenti ed autorizzate potranno prendersi cura dell’animale. In caso di contrazione della malattia, per via di rischio di infezioni anche ad altri animali o esseri umani è obbligatorio denunciare il fatto alle autorità competenti.
Prognosi
Quasi sempre grave. Il paziente che contrae il virus muore nell'arco di una decina di giorni.
Altre forme di prevenzione
Attualmente, la vaccinazione dei cani e delle volpi rappresenta l’unico modo di tenere sotto controllo l’eventuale contagio.
Perchè parlare di rabbia?
Dall’ottobre del 2008 la rabbia è ricomparsa nel nord-est dell’Italia (Friuli Venezia Giulia, Veneto, con la provincia di Belluno, e le province di Trento e di Bolzano) a seguito dell’evolversi dell’epidemia che interessa le vicine nazioni dell’est (Slovenia e Croazia).La prevalenza dei casi ha interessato animali selvatici, per lo più volpi rosse, che rappresentano il principale serbatoio della malattia e quindi la principale fonte di contagio. E’ importante citare anche il potenziale rischio di diffusione della rabbia legato all’importazione di animali rabidi da nazioni in cui la malattia è endemica, e il ruolo dei pipistrelli come zoonosi emergente in Europa, sebbene in Italia non vi siano casi documentati di trasmissione ad animali o uomo.
Cosa dice la legge
Per viaggiare attraverso gli stati dell’Unione Europea e per recarsi nei Paesi terzi, cani, gatti e furetti devono essere in possesso del “Passaporto per animali da compagnia” (reg. CEE n. 998/2003 e decisione della Commissione Europea n. 803/2003). Ai fini del rilascio del Passaporto, gli animali devono essere identificati tramite tatuaggio perfettamente leggibile (valido fino al luglio 2012) o microchip e registrati all’anagrafe canina; il libretto sanitario deve attestare la vaccinazione antirabbica in corso di validità se eseguita anteriormente al rilascio del Passaporto.
La vaccinazione antirabbica è considerata valida 21 giorni dopo la prima vaccinazione. Per l’espatrio in Regno Unito, Irlanda, Malta, Svezia e Norvegia, è necessaria la titolazione degli anticorpi sierici neutralizzanti il virus eseguita su un campione di sangue prelevato all’animale. Il prelievo deve essere eseguito 30 giorni dopo la vaccinazione e almeno 6 mesi prima della movimentazione verso regno Unito, Irlanda e Malta e 120 giorni dopo la vaccinazione per l’introduzione in Svezia e in Norvegia. Nuove leggi sono state introdotte in seguito alla ricomparsa della rabbia in Italia e in particolare, nell’Ordinanza Ministeriale del 26 novembre 2009, sono stati disposti i seguenti provvedimenti:
- obbligo di vaccinazione antirabbica di cani, gatti e furetti al seguito di persone dirette nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia, della provincia di Belluno o in altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano; - obbligo di vaccinazione dei cani di proprietà e degli animali domestici sensibili condotti al pascolo nelle zone interessate sopra citate; - obbligo di conduzione al guinzaglio di tutti i cani;- limitazione della circolazione dei cani ivi inclusi quelli utilizzati nella pratica venatoria; - campagne di vaccinazione orale delle volpi, mediante vaccino addizionato a specifiche esche distribuite sul territorio interessato dalla malattia e in un’ampia zona di protezione circostante. In Lombardia la vaccinazione contro la rabbia non è obbligatoria ma è comunque consigliata per i cani e i gatti a vita libera.